Mio papà esultava ai gol di Vialli
Mia nonna paterna nel 1995 fu operata di tumore benigno alla spina dorsale. Ne uscì bene, tanto bene che dopo l'operazione ebbe modo di fare un brindisi insieme al chirurgo che l'aveva operata per festeggiare la retrocessione della squadra nemica. Si, parliamo di calcio, sì, molti diranno roba da matti. Ma questo post non poteva che iniziare così, per far capire che tifosi non si diventa, ma si nasce, anzi lo si è da sempre, prima dentro i nostri nonni, poi dentro i nostri padri. Non è vero per tutti, ma per me sì, e questo mi basta per raccontare quello che succede in queste ore. Un anniversario. Io sono tifoso, ma tanto, tanto, tanto, perché lo era mio padre, e mio padre era tifoso, ma tanto, tanto, tanto, perché lo era sua madre, mia nonna, che il giorno dello scudetto della Sampdoria al gol di Cerezo urlò "bello u me Toninho!", con le mani che le stringevano il volto. Io avevo dieci anni non compiuti, i mie primi ricordi del ramo paterno sono tutti legati alla