Sculacciare amando (e amare sculacciando)



A cinque anni, tre mesi e undici giorni Ginevra si è presa la sua prima (e speriamo unica, e ultima) sculacciata. Una giornata in cui se l'è cercata e fatta promettere parecchie volte, alla fine non me la sono sentita di dire "vabbè, pazienza". L'ho presa, girata, abbassato i pantaloni e mollato qualche scappellotto, come si faceva negli anni ottanta (o erano settanta? o ancora prima? la nostra generazione è così debole che non ci ricordiamo più che un tempo i professori avevano le bacchette per bacchettare, e le cinque dita dei padri si stampavano sui culetti con molta più frequenza di oggi). Due o tre colpetti, pensando più a farle ricordare che le punizioni e i castighi esistono ancora (di certo non per "farle male") anche se a volte sembriamo solo genitori indifesi in balia dei propri figli, che tutto sopportano, tutto perdonano, tutto dimenticano. Non parlo di noi in particolare, è un discorso più ampio. A volte manca la volontà di seguire una strada coerente, quale che siano le conseguenze nel breve periodo, dimenticando che talvolta il rigore e la disciplina sono validi strumenti educativi utili a non ritrovarsi figli ingestibili, qualora i metodi montessoriani o new-age falliscano miseramente. Perché succede, che i metodi dell'amore bello e avari di punizioni crollino in modo imbarazzante al cospetto della realtà. E succede per un motivo molto semplice, perché i bambini non sono repliche o stampini ribattuti, sono carne, sangue, cervello e dna. Ognuno con il proprio vissuto. Non c'è un metodo che funziona per tutti. Idem i genitori, che potrebbero trovarsi nella sgradevole condizione di cambiare le proprie opinioni e scegliere al bivio se fare spallucce o intervenire. Prendo me stesso, ad esempio. Qualche anno fa avrei giurato che non sarei stato in grado di sculacciare mia figlia e avrei trovato senza dubbio altri metodi. E invece, a vedermi ieri, sembravo lo spot perfetto del "quando ci vuole ci vuole". E non me ne vanto, certo. Solo che sembrava proprio la cosa giusta da fare, condita anche da dosi di castighi che si protrarranno per tutta la settimana. Stamattina ho passato indenne il primo test. Colazione tranquilla, le ho portate io a scuola, non hanno chiamato il telefono azzurro e sono state quelle di sempre. Sono curioso di vedere al mio rientro a casa, se si ricorderà quali sono i castighi e cosa deve far per "rimediare" :-)

Commenti

  1. Leggo il tuo blog silenziosamente da anni. Adesso anche io aspetto un bimbo, un maschio ho saputo, per fine luglio. Mi ricorderò di molte delle cose che ho "imparato" qui. Quantomeno lo spero. Non so se ne saresti contento.. Aspetto comunque il post di marzo,qui nell'angolino.

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