Trentatré anni controluce



E' stato il weekend del mio compleanno; l'ho festeggiato con i cari amici, con un tuffo in mare (non mi ricordavo di essere nato d'estate...) e forse tre baci lì avrò anche oggi al mio rientro a casa, se farò il bravo. Ma anche se non lo farò.

Sono trentatré.
Non sono ancora gli anni che parli con qualcuno che "potresti essere mio figlio", e chi è sopra i quaranta mi dice ancora "come sei giovane".
Però si sentono.

Si sentono quando rincorro l'autobus, si sentono quando mi rendo conto che  in un mese sono andato 4 volte all'ospedale.
Niente di che, ma ne facevo anche a meno.

Li sento quando penso che ho accumulato tante esperienze che ancora molto amici, generalmente pari-età, non hanno ancora vissuto. Alcuni di loro le stanno per vivere, e sono tutte riconducibili al titolo di questo blog. Perché diventare genitori è una cesura tra il prima e dopo.

Li sento questi trentatré anni vissuti per carattere spesso in controluce, senza cercare un ruolo da protagonista, schivando alcuni confronti della vita, grattugiando nella pietra un piccolo spazio di anonimato. Gradualmente negli anni ho trovato un angolazione migliore, non proprio sotto i riflettori ma di lato, un profilo dignitoso, non più una sagoma nell'ombra. Eppure mi piacerà sempre l'effetto controluce, quello sguardo intimo che fa svanire le differenze, che ci rende tutti un po' simili, nel retro delle nostre vite, nella cabina armadio dei nostri pensieri, quelli del mattino e della sera, che se non si fermano esplodono nella notte. Che siano sogni, o incubi, ci accomunano tutti. Nemmeno nei sogni siamo speciali, e forse la conquista è davvero capire che una vita fortunata è tanto normale vista da fuori quanto meravigliosa se la si guarda da dentro. Magari in controluce.

Anche come papà, tutti noi padri, quando cerchiamo di differenziarci, di esporci, di azzardare il pensiero di essere davvero speciali, alla fine ci ritroviamo per terra accorgendoci di essere dei normali esseri viventi che ogni giorno cercano di fare il meglio possibile.
E quando non ci riescono, ricevono lo stesso, al momento giusto, dei doni che strappano un sorriso vero, anche se quella mattina siamo usciti da soli, ma non proprio soli: con il cane nero a fianco.



Il dono più bello che ho ricevuto è questo video, che non è in controluce, è aria luminosa, piena, viva. Grazie a chi l'ha fatto e grazie alle protagoniste, perché mi stanno aiutando a cercare il bello anche in una foto controluce. scattata di fretta e sapendo già che il risultato non sarebbe stato un capolavoro.

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