Numero 527



Questo è il post numero 527 del blog. Negli ultimi due anni ho scritto poco più di un post al mese, fino a tre anni fa viaggiavo ad una media di due a settimana.

Sì, sto facendo un bilancio, più o meno, ma non vorrei scrivere le banalità a cui molti si lasciano andare quando un anno finisce e ne comincia un altro. Preferisco parlare di stagioni, e quella dell'inverno è la più adatta per dare una sistemata a faccende e pensieri che si accumulano nelle altre più frizzanti, più attive, più soleggiate. Come nell'orto, si controllano gli attrezzi, si fanno i primi progetti e dissodamenti nel conto alla rovescia verso la primavera.

Dovrei fare anche un bilancio da papà. Quest'anno - o quest'inverno, è cominciato in molti modi paralleli e diagonali: bene, male, insieme, da soli, con tanti amici. Ho dato il via ad un piccolo diario cartaceo, una data e due righe ogni tanto per scandire lo spaziotempo. Oggi scriverò che ho appena appuntato in calendario il 22 gennaio, giorno in cui partono le iscrizioni online per la scuola di primo e secondo grado. Nel tempo di dirlo, si disperdono gli ultimi sei anni, guardo Ginevra ed è gigante, non sta più negli occhi e sopra una spalla, mi parla da adulta, con quel suo fare lievemente sprezzante e inconsapevolmente ironico. Inevitabilmente comincia a trattenere alcune emozioni, a costruirsi una sua intimità, ad essere un po' meno nostra. Abbiamo già i primi "cos'hai? niente", quel niente che è tutto e che vorrebbe salire al cielo come un fuoco d'artificio, lasciando dietro di sé un fischio, una linea d'aria e una macchia di polvere nera.

Come vorremmo fare tutti, andare avanti e lasciare dietro il brutto di noi, il superfluo. Eppure quel fischio, quell'aria, quella macchia che testimoniano il nostro passaggio sono i segni della spinta che ci ha condotto fin qui, sotto il cielo di oggi, a cercare una cometa, la macchia di Giove e qualcuna delle sue sessanta lune. A cercare di capire come abbiamo fatto ad arrivare fino alle iscrizioni alla prima elementare di Ginevra, e al quarto compleanno di Adelaide. A cercare di capire come la Terra, con noi sopra, si sposti, insieme a tutto il sistema solare, di sette miliardi di chilometri in un anno, e come questo sia un moto insignificante per noi, al contrario di piccoli movimenti e suoni che funzionano come interruttori dei nostri sentimenti. Un sorriso per la felicità, un urlo per le tenebre, un silenzio per galleggiare e una buonanotte per evitare gli incubi e arrivare vivi all'alba.


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