ON the shoulders (di nuovo)

Estate 2014, Barolo, Collisioni Festival, due ore abbondanti di concerto di Elisa con Ginevra in spalletta, due anni e molti chili di meno.

Autunno 2016, ieri, Genova, ON Tour 2016, la cantante è la stessa (cantante, ballerina, autrice, performer, una piccola Madonna), ma questa volta ho preso due posti a sedere perché "Ginevra, non ce la faccio a tenerti tutto il concerto in spalla, magari andiamo giù per le ultime canzoni, ok?"
"Sì sì".

Ci accomodiamo, inganniamo l'attesa con qualche video di incidenti di macchine (le piacciono, cosa posso farci? E' una bimba splatter), lei mi dice "ma Elisa è in ritardo?". E valle a spiegare che i concerti non cominciano mai all'ora indicata sul biglietto, ma i Funs vogliono essere lì, comunque, prima. Sgranocchiamo due patatine (anzi venti lei, una io), al primo abbassamento di luci vedo scattare il suo sguardo, le dico "vedrai che quando diventa tutto buio tutti fanno uoowowwow...lo facciamo anche noi?" "No". Che non è no di scarso entusiasmo, è uno no che suona come "papà, io non le faccio queste cose da cretini". Ah.

Alle 21:29 Elisa schiaccia il tasto ON e lo show comincia. E' uno show ben costruito, noi seguiamo con attenzione timida, e a metà della prima canzone Ginevra mi guarda e mi sussurra, "papi quando andiamo giù?". Io sento già una fitta al collo e provo a resistere, ma la verità è che non vedo l'ora di scendere, non vedevo l'ora che me lo chiedesse, anzi ho organizzato tutto perchè arrivasse questo momento, prenderla in spalletta e andare il più vicino possibile a quel palco rotondo, per vivere la serata alla grande.

E così, eccoci, scendiamo, mano nella mano, zaino con palloncini, e in pochi secondi siamo lì, tra la folla. Salto e sento che saltella anche lei, la intravedo alzando lo sguardo che mi fa segno di sì con la testa, il segnale concordato per dire che va tutto bene e si sta divertendo. A metà concerto torniamo a sederci, passiamo il momento tristezza con brevissima crisi di pianto (Yashal, Alleluja, Almeno tu nell'universo, tutte di fila, comprensibile per una bimba che ha appena fatto sei anni), il sonno passate le 22:30 si fa sentire e le faccio la domanda che non vorrei farle: "se sei stanca possiamo andare, sei stata bravissima, anche se il concerto non è finito, ti capisco..." (retropensiero: no dai...andiamo via senza sentire Together, Rainbow e Cure Me? Ma che scherziamo?). Lei dapprima dice sì, sono stanca, e allora ci prepariamo per uscire in bagno sulle note di With The Hurt... ci provo: "quindi andiamo via, ok?". A quel punto ha un'illuminazione, vede la pietas nei mie occhi, sembra regagita, e dice "no, rientriamo!".

Spalletta, dal palco? Sì. Ok! siamo già vestiti, ho già la giacca ma non voglio perdere tempo per toglierla,so che avrò un caldo pazzo ma non importa, corriamo sorridendo verso quelle luci e quella voce mentre attacca "c'è, un principio di magia, tra gli ostacoli del cuore..."
Siamo ancora ON, dentro il concerto, e ci sentiamo vivi.

Il finale è Cure me, e voglio saltare più alto che posso, le chiedo se vuole saltare altissima, la risposta la so già, questa canzone è fatta apposta per prendere il tempo e poi balzare, cure me, cure me you know I would die for it...

Foto scatta da Ginevra dall'alto delle mie spalle :-)

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