Per fare un tavolo

Ho dato la mia prima zappata nella terra meno di cinque anni fa, quando per la prima volta in vita mia ho avuto sotto i piedi un terreno mio (al momento più della banca che mio...) e guardandolo mi sono detto: "cosa me ne faccio?".

Mi ricordo molto bene la prima aiuola di terra e i primi semi messi a dimora, quelli di zucchine, una pianta piuttosto semplice da coltivare. Tre scavi concavi, al centro un altro piccolo scavo con 3 semi, le prime foglie - anzi, dicotiledoni - che spuntano, e poi la crescita. Le piante crebbero abbastanza rigogliose, ma di zucchine ne fecero ben poche. Eppure, che soddisfazione! Mi ricordo anche i meloni, anche se piccoli molto gustosi, e poi i pomodori, forse la coltivazione che ha dato più frutti. E pensare che gli adulti di famiglia non li mangiano, fu una pianta messa a terra per le nostre bimbe, perché per fortuna a volte accade che i figli prendano gusti diversi dai genitori.

Questi esordi bucolici - che poi hanno avuto un seguito scarso ma costante, spostandosi in ambito ovicolo (le galline puliscono i terreni e danno uova col minimo sforzo...) - sono stati richiamati alla memoria dal progetto orto scolastico che oggi ha avuto il suo taglio del nastro. Un piccolo appezzamento abbandonato è stato recuperato grazie alla volontà di maestre e genitori, per consentire agli abitanti della scuola di toccare con mano che i frutti della terra si chiamano così perché nascono davvero dalla terra, e non si materializzano come per magia nei supermercati.

Speriamo sia un progetto duraturo e che i bambini possano portarsi a casa un insegnamento per sempre, che dai libri e dalla teoria spesso non emerge, che poi è la base della vita stessa: la natura ci può donare moltissimo, ci può donare tutto, ed è per questo che il rispetto della terra - e di chi ogni giorno vi dedica tempo e sudore - è sacro. Un rispetto che troppe volte vediamo calpestato, quando con fastidio notiamo i mozziconi di sigarette sparsi in giro, le discariche abusive di elettrodomestici, le spiagge estive al tramonto con più rifiuti che sabbia.

Noi a scuola, e in famiglia, il nostro piccolo lo stiamo facendo, e come mi hanno insegnato quando ero io il bimbo: "non tanto da pochi, ma un poco da tutti".

L'area com'era prima...


...e com'è adesso



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