Tra cicogne e banchetti...



Ieri pomeriggio abbiamo partecipato ad un'iniziativa del gruppo Facebook di E-baby , con la collaborazione della Cicogna Sprint Onlus, un'associazione che si occupa di neonati prematuri.
Un gruppo creato da mamme, con le mamme, per le mamme, e loro derivati :-)
I nostri figli.
Quelli che ogni tanto - uno su dieci, dicono le statistiche - arrivano prima del previsto, prima della DPP. 
La data presunta del parto. 
Uno su cento arriva troppo presto. 
Non qualche giorno, non una settimana. 
Due, tre mesi prima. 
Molti non ce la fanno, molti altri sì. 
Ce la fanno seguendo le leggi dell'istinto e con l'aiuto della scienza medica, e contro la legge della bieca ragione che ci farebbe sussurrare "come fa un esserino di pochi etti a tenere duro, a resistere, a crescere, a vivere?".

Mi hanno toccato dentro, quelle parole delle due mamme cicogne; madri che sul moto emotivo di due prematurità, vissute e vinte, hanno costruito un'attività dura, faticosa, ma premiante nel suo ultimo fine: perché sai di dare tutto quello che hai per chi non può dare nulla.

Per genitori colmi di amore ma impreparati a gestire un neonato piccolo come un pugno, e che come un pugno in pancia duole, l'aiuto medico ed esperto è importante e decisivo, ma altrettanto lo è quello di occhi e mani amiche, che sanno esattamente quello che provi.

Ascoltando queste mamme ho ripensato ai due parti di mia moglie, praticamente  perfetti, e all'adrenalina terribile che ci aveva scosso all'esordio del primo travaglio, con una strana perdita di sangue, inspiegabile per le ostetriche, figuriamoci per noi. L'unica macchia imperfetta. 

Minuti interminabili, duri e freddi come il marmo, che però hanno avuto uno sfogo positivo. 
E ho ripensato al dopo, a tutte le piccole preoccupazioni che ti violentano quando ti senti insicuro, come genitore, come padre, quando non vorresti nemmeno sentir tossire i tuoi figli, quando una febbre o un broncospasmo sono i tuoi problemi gravi.

A volte, dunque, fa bene ascoltare storie e fatti crudi, verità genitoriali profonde, che lasciano segni e ferite da accarezzare, accudire, e soprattutto da non dimenticare.

Era anche altro, in realtà, l'evento di ieri. 
Festa del baratto, animazione per i bimbi, merenda per tutti. 

Noi siamo arrivati carichi di vestitini e giochi, e ce ne siamo andati un po' meno carichi di cose e con qualche ricchezza in più. Ricchezze che sembrano usurarsi nella pioggia del mattino dopo, schiaffeggiati da piccoli stupidi litigi. 
Ma ricchezze che, alla lunga, restano, resistono, trovano spazio, si fanno coltivare. 

Come quei piccolissimi doni della natura arrivati troppo presto, che lottano inconsciamente per la vita. Coltivati dalla dedizione e dalla speranzosa serenità di chi vive per loro, vivono e arrivano, quando tutto va per il meglio, a far parte di questo mondo; e si ritrovano, magari, a correre felici in una sala piena di gente, coi loro pari, tra banchetti, focaccia e cioccolatini, in mezzo a gambe adulte e occhi che magari in quel momento guardano altrove.
Occhi di genitori che, però, quando correggono lo sguardo, verso terra, incontrano le loro vite...e sorridono.

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