Quando domani diventerà ieri, per sempre

E' il posto dove mi sono commosso di più, dove il nodo è arrivato in gola ad ogni recita, ogni festa, ogni lavoretto portato a casa.

Sarà che la linea del tempo dell'asilo (che ha tanti nomi: materna, scuola infanzia, ma asilo è il più indicato perché significa "luogo dell'accoglienza") si interrompe, per noi, in un periodo di battaglia scolastica, battaglia che ha unito genitori, maestre e docenti a difesa della Scuola.

Sarà che per noi la materna domani si chiude per sempre, e sarà per sempre un giorno prima, uno dei tanti ieri, come dicono i bimbi di quest'età per raccontare qualcosa che è accaduto, che sia trascorsa un'ora oppure un anno, è sempre ieri.

Sarà per questi motivi e per altri che ho dentro e che non so descrivere, sarà per questo che la malinconia oggi ha un suono così limpido, in queste ore, così puro, si mischia alla gioia della crescita e alla sindrome di Peter Pan. La malinconia produce colori e pensieri nella nostra testa, porta il passato dietro l'angolo, ai primi giorni di inserimento...

I primi disegni, quando ti senti costretto a sorridere e dire che bello! che brava!  anche se tua figlia porta a casa degli strani mostri tutti neri mentre altri compagni sono già alle casette con il sole gigante, le macchine minuscole e i componenti della famiglia tutti sproporzionati, fratelli enormi e genitori minuscoli.

I primi amichetti, i primi litigi con i compagni, i primi virus. Passano i mesi, gli anni.

Il tempo dell'asilo è come una grossa scatola con tanti oggetti dentro, tutti diversi tra loro. Ogni giorno qualcosa viene messo dentro questa scatola: all'inizio sembra esageratamente grande, ma piano piano si riempie, e domani sarà colma, si chiuderà a fatica, dovremo sederci sopra questa scatola affinché non esca tutto e qualche pezzo si perda, perché è difficile chiudere qualcosa che piace, difficile archiviare tre anni di vita e dedicarsi ad altro. Difficile pensare di non vedere e sentire certi volti e certe voci quotidiane.

Ma come Adelaide ha imparato a vivere e a stare al mondo grazie all'esperienza dell'asilo, che ha un corpo fatto di fogli e matite ma gli occhi e il cuore sono quelli delle maestre, noi allo stesso modo impareremo a stare senza di loro. A stare senza quegli occhi e quei cuori che hanno seguito con dedizione Adelaide, che l'hanno coccolata, sgridata, accudita, abbracciata, educata, l'hanno accompagnata nello sviluppo del suo carattere, del suo linguaggio, della sua forma.

E come accade a tutti i bimbi quando entrano nel corpo degli adulti, anche lei dimenticherà le sue maestre, forse non ricorderà il timbro delle loro voci e il colore dei loro occhi, ma il loro tempo, il tempo che hanno dedicato a lei, sarà con lei per sempre, così come la loro pazienza, il loro servizio, i loro insegnamenti.

Noi ci impegniamo a non dimenticarci della maestra Angela, della maestra Sara, della maestra Sabrina, della maestra Simona, e di tutte le altre che formano il gruppo della materna Chiabrera, Mariuccia, Betty, Giusy, Valeria e tutte le altre colleghe, e in generale tutte le persone che negli ultimi tre anni hanno salutato Adelaide alla mattina all'ingresso e al pomeriggio all'uscita.

La nostra bellissima scuola che tra le sue forti mura racchiude asilo, elementari e medie ci aiuterà a non dimenticarvi. Sarete lì al piano terra, per noi continuerete a essere lì per sempre, anche domani quando domani sarà ieri per sempre.

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