Ciao, com'è andato il weekend?

Via, si parte. 
Frammenti di 48 ore da urlo.

La batteria del camper a terra. Ma è bel tempo, a casa non ci restiamo! 
Partire con i cavi. Fare la faccia soddisfatta sentendo il motore che si avvia.
La salita di Cervo col passeggino doppio. Uno dei borghi più belli d'Italia, e si vede! 
Il mare d'inverno. Passeggiare sotto il sole come una famiglia qualunque.
Giocare in camper come se fossimo a casa. Pochi metri quadrati di gioia.
Dormire con la stufa accesa nel silenzio tra acqua e monti, nella nostra Liguria. 
Trovare un ristorante aperto a San Bartolomeo il 18 novembre. Un, cioè l'unico.
Vedere le tue figli che giocano da sole e pensare che sei padre da oltre due anni.
Far ripartire il camper usando di nuovo i cavi. Rifare la faccia soddisfatta.
Pensare di essere "l'uomo di casa". Inchini, cori di cherubini e riverenze per me, grazie. 
Il vento che ti sposta il camper sull'autostrada dei fiori. Le donne ignare della bora, dormono.
Rientrare a casa e pensare "tra poco devo andare". 
Baciare le ragazze di casa. 
Cena al volo da Totò come ai vecchi tempi, Pizza e Cocacola. 
I primi sms di ansia da derby. 
Allo stadio due ore prima. L'attesa. Gioia e sofferenza.
E poi.
Un ragazzone (argentino, come piace a me!) di 19 anni che la butta dentro sotto la Sud.
Le lacrime di emozione di un amico, abbracciarsi fino a strozzarsi.
L'urlo non è più chiuso in gola, ed esplode.
Tornare a casa e trovare tutte a nanna nei lettini giusti.
Pensare che la Dada è tornata in A e ha vinto un derby, complimenti piccola di casa!









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