La vacanza "interrotta" che diventa una "gita fuoriporta"...

Cose che capitano: interrompere una vacanza perchè tua figlia di (quasi) sei mesi ha la febbre. Da ieri, questa è una voce tra i capitoli del libro "è capitato anche a me".

Niente di grave e nel dirlo non voglio ammettere nè pensare che forse si poteva proseguire. Con la mamma ci siamo trovati sulla stessa frequenza, come sempre accaduto, alla fine magari di lunghe discussioni, quando si tratta della salute delle nostre bimbe. Dopo 24 ore camperistiche tra Ivrea (posti visitati: l'area camper, il parco giochi sulla Dora Baltea e...il pronto soccorso) e Bard (siamo saliti al forte con i 3 ascensori che hanno divertito molto Ginevra), abbiamo ritenuto più idoneo rientrare a casa invece che proseguire fino in fondo alla valle, destinazione Grand Jorasses.

Nel reparto pediatria di Ivrea erano stati ambigui: forse è un'infezione alle vie urinarie, forse no. Fatto sta che la febbre si è mantenuta sopra i 38, superando anche i 39, senza altri sintomi ma sai com'è... vista l'età, come ci ha detto il nostro caro amico-pediatra, meglio non rischiare avventure. Avevamo già rimosso l'idea di raggiungere il Bianco, ma la volontà di capire cosa avesse Adelaide ci ha spinto verso casa e verso il Gaslini. Dove hanno escluso l'infezione urinaria diagnosticando una tonsillite. Beh, facciamoci una risata, intanto la cura è la stessa: Augmentin e via.

Nelle ore febbrili, spazio anche a tanta serenità: un pic nic sulla Dora, tanti scivoli e altalene; la scoperta di due ottime aree di sosta, a Ivrea appunto e a Bard, lungo la statale 26, a pochi metri dal borgo e dal forte; un rilassante gelato al fresco già con l'idea che la vacanza era finita; Ginevra sempre entusiasta nonostante l'unghia nera (si è tirata un barattolo sul piede settimana scorsa) e due punture ENORMI sulla gamba); Adelaide tranquillissima durante le visite ospedaliere, senza nemmeno un frigno; vederla mangiare di gusto (mentre scrivo si sta divorando la pappa di agnello) e sorridere nonostante la febbre; le bimbe che dormono da casello a casello. E poi, la felicità pura di essere in camper, la sensazione che non importa la meta, perchè il Monte Bianco non si sposterà. L'idea genuina di essere comunque un po' a casa anche dentro quella scatoletta di legno e polistirolo.

Sì, avremmo potuto continuare il viaggio, ok.
Magari un'altra volta, oggi va bene così. Ecco qualche fotogramma della mini-gita:

Il parco giochi a fianco all'area camper:


Tutte pronte per la salita (in ascensore!):


La vista dal forte, tra Hone e Bard, dove l'autostrada entra tra le montagne:






Adelaide che fa merenda...


...e Ginevra la "imita": aaahmm!





Commenti

  1. Per il ricordo: non era nè infezione urinaria, nè tonsillite...era sesta malattia...stamattina sono arrivati i puntini...e vabbè... così abbiamo chiuso i conti con la sesta malattia :-)

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