Impatto paterno



Una settimana a casa, di fatto da solo con le bimbe, visto che la mamma è divisa tra il lavoro d'ufficio e il lavoro di figlia (la nonna è rotta e ne avrà per un bel po'...). Le giornate di mia moglie in questo periodo cominciano alle 7 e finiscono alle 23. Applausi per lei, grazie.

Una settimana che ho cercato di sfruttare al meglio, dosando privazioni e divertimenti. Privazioni verrà letto come un termine negativo, ma nella pratica ho preso due decisioni che di negativo non hanno nulla. Anzi. Salomonicamente, una a testa.

Ginevra e i ciucci diurni. Era da tempo - da quando le abbiamo detto che un giorno andrà a "scuola" - che gliela tiravo. Quando andrai a scuola i ciucci non li potrai tenere, quindi tantovale pensarci per tempo. Detto in altri termini, ma il succo è esattamente questo. I ciucci vanno dismessi, e non volendo sovraccaricare Ginevra di novità, ho pensato di metterli via durante il giorno e consentirne l'uso solo per la nanna. Non glieli ho, certo, strappati via dalle mani, da un momento all'altro. Lo abbiamo fatto insieme, stabilendo una regola. I ciucci, quando è giorno (c'è a uuce) vanno riposti in un sacchetto, e lì rimangono fino a sera. Unica eccezione il ciuccio da viaggio, per quando siamo fuori casa. Il primo giorno era entusiasta, e i ciucci se li è proprio dimenticati. Oggi invece ha avuto una crisi pomeridiana. Ho resistito all'implorazione zuzzo zuzzo e ho optato per una camomilla. Scelta in parte vincente: ha dimenticato i ciucci ma il pisolino non l'ha fatto ed è crollata alla sera senza toccare cibo. Pazienza: la speranza è che l'estate arrivi presto e vi siano meno momenti casalinghi nei quali la malinconia da ciuccio è senza dubbio più forte. La scuola materna, a Settembre, farà il resto. Mica facile, però, pensandoci bene, per un cervello di 28 mesi, accettare questa faccenda di non poter accedere ad un oggetto desiderato ogni volta che si vuole, specie se quest'ultimo, fino al giorno prima, è stato concesso con estrema generosità dalle stesse persone che ora lo negano. Dura la vita dei duenni...

Adelaide e i biberon. L'avevo osservata durante le colazioni dei weekend - le uniche condivise salvo risvegli precoci - nelle scorse settimane. Finito il solito bibe, pretendeva la tazza come "i grandi". Adelaide, tra l'altro, "pretende" dicendo "caa caa" (qua, qua) e indicando col dito l'oggetto voluto. Ci aggiunge quei suoi occhietti con ciglia di un chilometro e mica è facile dire no. Ad ogni modo, questo non era solo un capriccio da lattante: riusciva a usarla da sola, la tazza, anche nella fase coordinazione cucchiaino-biscotti-bocca. Così, una mattina ho evitato il biberon rifilandole solo la tazza. Sì, si è fatta una doccia di latte, ma è stato un episodio isolato!
Anche l'altro biberon, quello serale di camomilla, l'ho sostituito con una bottiglietta, e lei non ha fatto una piega. Anzi, dopo la prima volta ha capito che non c'era possibilità di ritorno alla tettarella, e mi ha sfilato la bottiglietta di mano, scolandosi il contenuto. Se proprio devo bere come i grandi, allora voglio farlo da sola, avrà pensato...

Tirando alcune somme, non so come si evolverà la faccenda ciucci - e in ogni caso non ce la sentiamo di tentare anche la privazione notturna - ma credo che per Adelaide potrò aggiornare senza timori la serie Stop Post...

Dalle privazioni ai divertimenti il passo è stato breve, anzi un continuum. Mi è sembrata una settimana serena, salvo il pensiero per la nonna e i risvegli notturni di Ginevra - e uno storico della Dada.

Ci siamo concessi una "gita" con pranzo al sacco, alcuni nuovi giochi con papà (la Playstation move, per quanto precoce, ha fatto centro) e molta autonomia. Tutte le volte che posso, infatti, le lascio da sole a giocare in cameretta, e mi pare sia utile per supportare certi meccanismi, quali la rottura della noia senza genitori ex machina e la risoluzione di normali liti tra bimbi - con l'aggravante di essere sorelle. I momenti di gioco, inoltre, cominciano a essere puntellati da piccole dosi di ironia da parte di Ginevra. Oggi stava giocando a cucinare e servire piatti e bevande, e alla domanda "cosa dai da bere alla Dada", ha risposto ridendo: "le do il vino??".
Una chicca che ci farà piacere rileggere tra qualche anno... perchè le parole salvate nel presente serviranno soprattutto a ricordare nel futuro.










Commenti

  1. Ben trovato papà col pancione
    concetto che mi piace moltissimo! ...mi richiama noi che annunciavamo che eravamo incinti.
    Mi fa molto piacere leggere questo post, mi domandavo appunto quando mettere in pensione il bibe. Leggiucchiavo qualcuno che consigliava di iniziare a pensare di eliminare il bibe già dai 12 mesi, ma mi pareva davvero prematuro. Posto che abbiamo cercato di abituare il Pistacchio a bere acqua da un bicchiere fin dall'inizio dello svezzamento, non mi sento però pronta ad offrirgli latte in un bicchiere o bottiglietta di primissimo mattino.

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    Risposte
    1. Ciao "squabus" :-) e ben trovata/o sul blog.

      pensa che io parlo al plurale anche quando si tratta del parto :-)

      Per quanto riguarda il biberon sicuramente non c'è un periodo preciso. La cosa più importante secondo me è osservare quello che fanno e "chiedono" i bimbi, e poi c'è una componente soggettiva: noi siamo alle prese coi biberon da novembre del 2010, praticamente senza interruzioni (dopo Ginevra, è arrivata "subito" Adelaide) e non vedevamo l'ora di fare un bel falò...;-)

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    2. mi piace la tua risposta :)
      non mi pare che Pisty stia chiedendo in effetti (ha 14 mesi) ma soprattutto in effetti dispiacerebbe a me accantonarlo. E' un bimbo talmente indipendente e che cerca poco contatto che quello rischia di essere l'unico momento in cui me lo riesco a *spupazzare* un pochetto.

      p.s. sono una mamma :)

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    3. Sì, sei una mamma :-)
      non a caso, l'iniziativa riguardante l'eliminazione di ciucci e biberon l'ho presa io che sono un papà :-) ovviamente col benestare della mamma :-)

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