Fine Agosto, figlie mie (non) vi conosco

Per me la fine di Agosto è sempre malinconica. Anche se le ferie, di fatto, dobbiamo ancora farle - sì, siamo stati un po' qui e un po' là ma le tipiche vacanze estive bisettimanali le abbiamo saltate - e non siamo più nel 2008, quando quasi versai lacrime per una meravigliosa estate giunta al termine, vissuta letteralmente in spiaggia nel totale cazzeggio e relax.

A fine Agosto, per dirne una, si spengono le hit estive - a breve non sentiremo più nominare le Serebro e Mama Lover, e nemmeno Gustavo Lima, purtroppo per Ginevra che appena lo sente in radio fa che che re che coi ditini alzati;

A fine Agosto torna il traffico cittadino, e non c'è più parcheggio ad un metro dall'ufficio.

A fine Agosto mi ripeto sempre, per sopravvivere al ritorno della routine, che mancano solo 4 mesi a Natale. Che vuoi che sia.

Ma questa coda agostana e di calura quest'anno ha le sue unicità. E' la prima con due bimbe, ma è stata anche la prima volta senza figlie per quasi 24 ore.

Sì, l'abbiamo fatto. In previsione di una serata con i nostri zii-amici , serata per altro calcisitimente gloriosa, serata in cui la Sampdoria ha sbancato San Siro, abbiamo deciso di concedere ai nonni materni il privilegio, l'onore e l'onere di tenere Ginevra e Adelaide, dalla merenda della domenica al pranzo del lunedì.

I nonni che non dobbiamo inventarceli, perchè esistono, ci hanno consentito di rituffarci per quasi 24 ore - con 8 ore di sonno consecutive incluse nel pacchetto-relax - nel clima che respiravamo fino a poco meno di 3 anni fa. A cambiare la location, non le sensazioni. Eh sì,vivere una sera una notte e un risveglio da coppia senza figli non è mica male, non fa male e non c'è niente di male.

Il male è pensare il contrario: rispettiamo chi non lo farebbe mai, ma ringraziamo di aver potuto godere di questo tempo, dopo 8 mesi di bigenitorialità costante. Perchè prima di essere genitori si è partner, ed è un elemento che non va messo in cantina, non va cancellato dalla lista delle cose da fare. Essere due, ogni tanto, fisicamente e non solo nella testa, o negli attimi rubati ai ruoli di mamma e papà; essere due, per una veloce ricarica, un rapido tuffo in qualcosa che, senza essere rimpianto, talvolta fa pesare la sua assenza.

Poi, fatta l'una di notte, rivisti i semafori che dopo mezzanotte passano alla modalità giallo-lampeggiante, nutrita la sera di stelle, di chiacchiere e di risate, di colazioni a letto e di una mattina senza sveglia (che sia la radio o un pianto o un "ma-mma"), ecco che la vita torna.

E mentre torna pensi che in futuro rivorrai e ti prenderai di nuovo una pausa dall'essere quello che hai voluto, desiderato e cercato di essere. Un padre di famiglia.

E mentre torna, e torna a casa con te, la tua primogenita riempe il suo vocabolario - nuove voci: cacca, nanna e acqua in una sera - e la sorellina si addormenta sul seggiolone mangiando un pezzo di pane. E ancora, la sorella maggiore le fa il verso, imitandola.


Mentre torna, ti ricorda quanta vita hai scelto di avere intorno, tanta e tanto ricca che a volte devi separartene. E torni anche tu a quello che sei e sono, sì, sono felice di esserlo.
Un papà. Anzi, un papàààà, cantilenato, come lo dice a Gin.


Commenti

  1. Son d' accordo con te. Sinora non sono mai andato in vacanza ad agosto e dico sempre che ho il trauma da rientro al contrario nel senso che già da ieri il traffico in città s'è fatto un pelo più intenso; c'è più gente a far la spesa, etc. Poi tra pochi giorni con scuole e asili aperti arriverà la botta finale al traffico...
    Max

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