Scivolano via


Qui scivolano via tante cose.

Scivolano via i giorni, che tra poco è ferragosto. L'ultimo senza pancioni, neonati e affini risale ormai a tre anni fa. Ricordo un vino tinto, una spiaggia assolata, una mezza ciucca e una colossale dormita a San Sebastian, Paesi Baschi. E l'Argentina in testa. E un altro pensiero che stava prendendo forma...i prodromi dell'essere genitori furono gettati lì.

Scivolano via le febbri: abbiamo avuto due giorni e mezzo di febbre ignota, sia per Ginevra che per Adelaide. Responso medico telefonico: colpo di calore. Sì...virale, ho sogghignato io. Che entrambe lo stesso giorno abbiano preso un "colpo di calore", mah, ho qualche dubbio. Che poi a chiamarlo così viene da ridere, visto che non è successo niente di quello che è descritto qui, a parte appunto la febbre alta. Ad ogni modo tutto alle spalle, come dicevo, scivolato via.

Scivolano via le notti. Alcune passate in sala a giocare con la Dada, che non ne voleva sapere di dormire. Altre con buone tirate di sonno, ma senza arrivare alla notte intera senza risvegli. Colpa del gatto nero, ovviamente. Stiamo provando ad aggiustare orari e ritmi. L'introduzione della pappa serale, a cui segue biberon pre-nanna, sembra contribuire a stenderla (ieri poco prima del bibe la testa le ciondolava e mi si è adagiata sul petto). C'è chi ha suggerito la melatonina anche per lei, ma caspita non sono mica il dottor Morte, non faccio esperimenti strani sulle mie figlie. Ogni cosa a suo tempo, eventualmente.

Scivolano via le tappe di crescita e i complemesi, parola che ho scoperto essere utilizzata solo dai neo-fidanzatini e dai neo-genitori, ma con una certa costanza solo fino al primo anno. Poi basta, si passa ai mezzi anni e agli anni tondi. Complemese è una parola vietata fuori da questi ambiti, è come il babau.

Sembra che Adelaide, all'alba della sua settima luna, ambisca a stare in piedi. Ieri si è proprio puntellata a terra, non riuscivo a metterla seduta e lei rideva. Cioè, non hai nemmeno la controfigura di un dente, quando gattoni metti la retro, talvolta se ti giri prona ci resti come una tartaruga al contrario, e vuoi camminare? E poi, ormai è "fuori controllo", nel senso che dove la metti sta è un periodo della sua vita che non se l'è proprio goduto, e noi nemmeno. Perchè... non c'è stato: è passata dalla modalità non lasciarmi seduta qui perchè crollo e batto la testa fortissimo, alla modalità se mi lasci in camera mi ritrovi in sala sotto al tavolo - e se vuoi mi sostituisco a Roomba, aggiungerebbe.

Ginevra di mesi ne ha fatti 21. Quindi sono 30 mesi, due anni e mezzo, che ce l'abbiamo con noi, prima dentro e poi fuori dalla pancia. Se non ci fosse la Dada, quel primo periodo nei dintorni della pancia sarebbe molto più lontano anche nei ricordi.

Perchè è così. Non vogliamo accorgercene ma scivolano via. Mi chiedo, a proposito, se sbaglio, se non sono troppo egoista, quando mi prende la smania di vederle crescere. Ieri, ad esempio, eravamo tutti e tre in cameretta a giocare con i lego (la mamma in cucina, scusate l'atteggiamento sessista, ma quando le tengo entrambe e lei può fare le cose di casa come se loro non ci fossero credo di farle un bel regalo :-D ). Ebbene, mi sono divertito un casino, ma comunque ho visualizzato la scena con un anno in più. Ginevra quasi treenne e Adelaide di 18 mesi. Ho sorriso. Chissà che interazioni, che parole, che intensità nel gioco, negli scambi di vita. Eppure, ci sarà sempre meno, col passare del tempo, quel gusto dolceamaro di capire (o non capire!) cosa vogliono le tue figlie, comprenderle aldilà della comunicazione verbale, sapere cosa fare e come intervenire senza che te lo dicano loro, conoscerle nella vera e più intima profondità.

Sapere che Ginevra quando ti si butta tra le braccia e sono passate le 21, è perchè vuole andare a nanna.

Sapere che Adelaide quando si inarca sul seggiolino non ha più fame.

Intuire dai monosillabi cosa vuole fare la Gin. Meeem, vuole giocare con le macchinine o guardare le auto dalla finestra. Gool, vuole giocare a palla. Poh, vuole guardare i cartoni.

Osservare i movimenti e gli sguardi della Dada per anticipare le sue mosse.

E - scivolano - via così.

E' forse questo essere genitori: una rincorsa continua per trovare la sintonia. E quando l'hai trovata, un gioco di equilibri per non perderla, o ritrovarla nella nebbia, senza navigatore, guidato dal cuore, aggrappandosi allo scivolo. E probabilmente sarà così anche in futuro, anche quando parleranno, anche quando saranno davvero piccole adulte.

Sarà sempre una questione di amorosi sensi, e di scivoli a cui aggrapparsi.


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